Che valore diamo a un piatto di pastasciutta?

Credo che dipenda dal momento. Prima, durante, dopo.

Che valore diamo alla morte? Ugualmente dipende se ci pensiamo (prima), la viviamo (durante), la ? (dopo).

Prima

È l’unico modo per affrontare la morte dal punto di vista Mindfulness.

Il valore che diamo alla morte non si pesa con la paura che abbiamo di essa, ma dal senso che diamo alla vita nell’unico istante in cui si manifesta: ora. E ora, e ora.

Che valore ha la mia vita, in questo momento, mentre scrivo? E che valore ha la vostra, mentre leggete.

Le antiche tradizioni ci invitano sempre a ricordare che dobbiamo morire e che la morte è lontana un respiro, un passo, un movimento. Ci circonda, ci accompagna per strada, è sempre lì in agguato e si avvicina ogni giorno di più.

Non è terrorismo ma un piccolo trucco: visto che proprio vuoi pensare sempre al futuro, pensa a quando il futuro finirà.

È un come se, ben noto in psicologia sistemica (vedi Watzlawick, Erickson etc.) e ancor più noto e molto meglio definito dagli antichi che lo utilizzano in modalità olistica e non solo mentale, coinvolgendo gli elementi emotivo e corporeo.

Che valore do a questo momento di pratica Mindfulness se so che questo è il mio ultimo giorno su questa terra e in queste vesti di Umberto?
Che valore do alle mie ultime azioni, allo sguardo di un passante, al saluto con una conoscente, al piatto di pastasciutta che ho per pranzo, al mio camminare, al colore del cielo, ai suoni che mi avvolgono, al respiro che respiro, al mio stesso incredibile corpo?

In questo modo (forse) finalmente, incominciamo a “guardare” più da vicino questo momento presente e non mentalizzarlo, come facciamo continuamente. Vale a dire, mettiamo da parte i nostri pensieri, o per lo meno, li teniamo a bada, proviamoci, e stiamo qui col corpo che vibra al ritmo del respiro e forse anche oltre.

Quel momento assumerà allora un significato diverso. Molto speciale, molto pacifico. Ma per far questo devo mettere da parte i miei pensieri, cioè me stesso, visto che, ingenuamente, credo di essere ciò che penso.

La pandemia che stiamo affrontando credo stia enfatizzando la sensazione di una morte più vicina a noi, sempre più presente, almeno dal punto di vista mentale.

Ci attanaglia ferocemente e ha creato e sta creando panico sociale e politico, modificando il nostro assetto emotivo e trasformando le nostre vite.

Il COVID è il maestro Zen o l’ascetico Cristiano che ci invita quotidianamente a avvalorare quello che abbiamo e conoscerlo più in profondità. Ci invita a riconoscere che l’esistenza non è (solo) il nuovo lavoro, la sicurezza di una famiglia unita, la casa più bella, un buon stipendio, c’è un qualcosa di più grande che si trova fuori e dentro di noi e che è più facile iniziare a ri-conoscere partendo da noi stessi.

La Mindfulness è lo strumento per farlo. Non certo il pensarci sopra come di solito facciamo.

Durante

Forse le uniche persone che hanno il diritto di parlare del durante sono quelle che l’hanno vista davvero da vicino la morte, ed in prima persona.
Le chiamano Near death experience (esperienze vicino alla morte) .
Io non le ho vissute mai, e non ci tengo a viverle per scriverci un articolo, oltretutto, come già detto, non è molto Mindful parlare di “ipotetici” eventi futuri… Ci sarebbe infine anche un’altra visione: quella del eterno morire e del fatto che ogni istante vitale porta in sé il germe della morte e che vita e morte sono la stessa cosa..ma io sono ancora un principiante e di questa cosa avanzata non ci capisco molto. quindi salto…cercate su Google.

Tuttavia, potrei sbagliarmi, ma ho la sensazione che quel momento, il momento della morte sarà un po’ speciale per tutti noi e sarebbe importante viverlo con tutti noi stessi, pienamente coscienti, presenti, completamente lì. Un po’ come, forse, abbiamo vissuto la nascita, anche se non abbiamo un ricordo chiaro di essa. Me lo auguro.

Dopo

Anche qui, mi cogliete impreparato…Beh, ho un regalo per voi. O meglio è Franco Battiato che ci fa un bel regalo offrendoci un documentario pieno di spunti di persone di varie tradizioni e culture che l’argomento l’hanno ben spulciato. Grazie Franco. E grazie a voi, per leggere e domandarvi.

Buona visione.

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